GIORDANO. Fundamentum doctrinae motus gravium. De componendis gravium momentis dissertatio.
GIORDANO, Vitale. Fundamentum doctrinae motus gravium.
Roma, Joannis Jacob Komarck, 1689
Legato con:
GIORDANO, Vitale. De componendis gravium momentis dissertatio.
Roma, Angelo Bernabo’, 1687
2 Opere in un volume in folio. 316x215 mm. Legatura coeva alle armi, pelle bruna marmorizzata, piatti con cornice di doppio filetto in oro con fleurons agli angoli, al centro stemma con le armi di Barbarigo, fregi in oro sul dorso a 5 nervi, contropiatti in carta marmorizzata, tagli oro. Prima opera: Pagine 8 pagine non numerate, compreso frontespizio, 30, carte 31-40, pagine 41-98; Stemma calcografico del dedicatario, Antonio Ottoboni, sorretto da due putti alati, sul Frontespizio, Iniziali Xilografiche, numerose figure geometriche, testo entro cornice lineare.
Seconda opera: Pagine [8], 14, [2]. Segn.: ?4 A-B4. Prima e ultima c. bianche. Dedica dell'Autore a Marco Antonio Buratto a c. p3, Ad lectorem a c. p4. Iniziali e fregi xilografici, testo entro cornice lineare. Qualche pagina con leggera brunitura, bell’esemplare.
Prima edizione del De Componendis e seconda edizione corretta e ampliata del Fundamentum. Entrambe le opere trattano le teorie gravitazionali di Galileo e Torricelli. Il De componendis riguarda la meccanica e dimostra la correttezza della proposizione galileiana-torricelliana mediante quattro teoremi, in cui assume le proposte galileiane su corpi soggetti alla gravità. Il lavoro di Giordani è stato oggetto di critiche da parte dei gesuiti, al quale ha risposto un anno dopo nel Fundamentum doctrinae motus gravium, la prima opera seconda opera del volume.
Esemplare appartenuto al Cardinale Barbarigo il cui stemma, con banda caricata di tre leoni, accostata da sei barbette di nero, poste in sbarra e ordinate in due bande di tre ciascuna, è impressa in oro sui piatti.
Carli-Favaro 88 (372); Riccardi I 604.