Witches and Demons. PICO DELLA MIRANDOLA. Dialogo intitolato la strega, ouero de gli inganni de demoni.
PICO DELLA MIRANDOLA, Giovanni Francesco. Dialogo intitolato la strega, ouero de gli inganni de demoni.
In Pescia, Lorenzo Torrentino, 1555
4to. 218 x 150 mm. Legatura mezza pelle e cartonato marmorizzato, titolo su tasselllo al dorso. Pagine [13], 18-126, [2]. Segnatura: A6 B-H8 (bianca carta A6). Carattere italico e romano. Frontespizio con titolo entro bordo xilografico che incorpora lo stemma dei Medici in alto e una veduta di Firenze in basso, iniziali xilografiche. Due Ex-libris incollati al contropiatto:
Gregorio Fumach, ex libris con motto "Anchora inparo" (e il nome cancellato). Ex Libris “Maurizio” con iniziali M. B. Tracce d’uso alla legatura.
Rara e importante edizione in italiano. Nel 1523 il conte Giovanfrancesco Pico della Mirandola fu protagonista accanto all'autorità religiosa di un processo per stregoneria che suscitò, caso pressoché unico negli episodi di caccia alle streghe, scalpore e proteste nei territori di Mirandola e Concordia. A pochi mesi di distanza da questi fatti, pubblicò la Strix sive de ludificatione daemonum (Strega o delle illusioni del diavolo), allo scopo di giustificare le condanne comminate. Inserendosi nel genere della letteratura demonologica seguita al Malleus Maleficarum (Il martello delle malefiche). L’opera è illustra la la forma mentis rinascimentale circa le credenze e le teorie demonologiche e testimonia il coinvolgimento di un umanista nello sforzo di comprovare la realtà dei poteri delle streghe, del volo magico e del Sabba non solo attraverso le fonti scritturali e i trattati degli inquisitori, ma anche attraverso le fonti classiche.
L'ossessione demonologica che caratterizza la prima età moderna emerge così non più come un residuo irrazionale di un'età di trionfo della ragione, ma come snodo concettuale di particolare utilità per comprendere la filosofia del Cinquecento.
Seconda edizione in italiano, tradotta dall’abate Turino Turini da Pescia. La prima edizione in latino è del maggio 1523; la prima traduzione in italiano è del 1524.