Lucretius. DE POLIGNAC. Anti-Lucrezio ovvero di Dio e della Natura libri nove.

2 Vol. in 4to picc.; Leg. coeva in perg. rig. con unghie, tass. in pelle con tit. ai dorsi; pp. XXXV incl. Occh., Front. e Ritr., 5 nn. incl. un Ritr., 526; pp. 4 nn. incl. Occh. e Front., 504; Front. al I vol. in rosso e nero, 2 Tavole inc. in rame, Iniz. figur., Final. e fregi xilogr., carattere tondo e italico, testo latino a fronte. Tracce d’uso alle legature, internamente alcune macchiette ma buona conservazione.

Rara prima edizione italiana. Opera figurata con due ritratti a piena pagina, il primo del Cardinale Quirini inciso da Francesco Zucchi, il secondo di Francesco Maria Ricci inciso da Andrea Bolzoni. Questa edizione in italiano seguì di pochissimo la prima in latino, Venezia 1749, per la grande notorietà e l’interesse che questa opera aveva suscitato. Melchior de Polignac, 1661-1742, ecclesiastico e importante diplomatico francese fu il successore di Bossuet all’Accademia di Francia; questo poema in latino, scritto in seguito a una disputa con Bayle, rimasto incompiuto alla morte dell’Autore, fu completato dall’Abate Rothelin e dal Professor Lebeau, e fu pubblicato postumo a Parigi nel 1745. È la sua più importante opera e, mentre si propone di confutare il materialismo di Lucrezio, polemizza soprattutto con Bayle, offrendo un punto di vista sofisticato e singolare sulla scienza del ‘700, e utilizzando per questo anche alcune teorie di Cartesio sull’universo e il macchinismo. Polemicamente Voltaire annota, nel suo le Siècle de Louis XIV, 1751: “Sfortunatamente per lui, combattendo Lucrezio combatte Newton”.