AA.VV. Scriptores rei rusticae. Opera Agricolationum.
1504
COLUMELLA, VARRO, CATO E PALLADIUS. Scriptores rei rusticae. Opera Agricolationum.
Bologna, Benedetto Faelli di Ettore, 1504 (Colophon: “Impressa Bonon. MD IIII cal, Septemb.)
Folio, mm. 310x220. Leg. antica in m. pelle, titoli e filetti in oro al dorso. Carte 302 i.e 303 num, caratteri romani, all’ultima carta marca tipografica su fondo nero. Qualche traccia d’uso ma bell’esemplare ad ampi margini. Coll: a-z6 &6 [con]6 [rum]6 A-B6 C4 D-M6 N6 (N6+?1)O6 P8 Q-Z6 ET8.
Esemplare ben completo con la carta tra il quaderno N e O, spesso mancante in molti esemplari.
Bella impressione bolognese dopo quella del 1494 dello stesso Faelli, di questa nota raccolta di scrittori latini di argomento agrario, nella recensione fornita dall’umanista bolognese Filippo Beroaldo.
I "Libri de re rustica" o qui "Opera agricolationum" sono una raccolta di testi in prosa sull'agricoltura e la vita contadina, lasciati dai quattro grandi agronomi antichi, Catone il Vecchio, Varrone, Columella e Palladio. Descrive la coltivazione dei campi e degli orti, l'allevamento delle api, la pesca, l'economia rurale. Troviamo ricette di cucina e medicinali e il lavoro della semina lungo le stagioni. Questi testi sono tradizionalmente stampati in edizioni collettive e adottano un tono scientifico e didattico. Fino alla metà del Cinquecento questi testi furono pubblicati regolarmente e collettivamente sotto il controllo dei maggiori tipografi europei, prima in Italia, culla dell'umanesimo, poi in Francia e Germania. Le edizioni successive testimoniano non solo un rinnovato interesse per le questioni agrarie ma soprattutto ed essenzialmente una riscoperta dei testi antichi attraverso la stampa; la loro diffusione fu uno dei capisaldi del Rinascimento, una vasta rivisitazione del mondo antico.
S.T.C. , p. 192; Sorbelli, p. 23 fig.2, p. 192; Missing B.IN.G., Paleari-Henssler, Brunet, Graesse.