Work annotated by Teofilo Gallaccini. VITRUVIUS. Architettura dal vero esemplare latino nella volgar lingua tradotto.
1535
VITRUVIUS, Pollio Marcus. Architettura dal vero esemplare latino nella volgar lingua tradotto: e con le figure a suoi luoghi con mirando ordine insignito…
Venezia, Nicola de Aristotele detto Zoppino, 1535
In 4to. 310x212 mm. Legatura mezza pelle e cartonato decorato a xilografia, titolo in oro su tassello al dorso. Carte [12], CX. Segn.: 2A-2B6 A-N8 O6. Colophon a c. 2B6r. Frontespizio in rosso e nero entro cornice xilografica figurata, 136 illustrazioni xilografiche nel testo, Iniziali istoriate con Ritratti. Numerosi interessanti marginalia di mano antica. Ex libris ‘W. Senn-Durk’ incollato al contropiatto. In fine firma di appartenenza “Theophilo Gallaccini Dei Gratia". Qualche difetto alla legatura, internamente sporadiche lievi macchiette e pallide velature di umidità, esemplare con ampi margini.
Rara edizione illustrata di Vitruvio. Esemplare appartenuto a Teofilo Gallaccini, amico di Galilei, con fitte annotazioni di sua mano: nell’ultima pagina la sua nota di appartenenza “Theophilo Gallaccini Dei Gratia". Nelle prime pagine di testo le note di Gallacini sui margini dialogano con il testo di Vitruvio, in una conversazione attiva straordinariamente interessante. Nel margine inferiore della carta A1 recto, conclude “Di qui si può trarre che l’Architettura ha due parti, una è la teorica, e l’altra è la pratica; di modo che di lei si può dire ciò che si dice della medicina, cioè che cammina con due piedi”.
Nel verso della carta A1 elenca in 13 punti le caratteristiche che deve avere l’architetto, anticipando sinteticamente ciò che esporrà in seguito nella sua opera più conosciuta, ‘Degli errori degli architetti’, che sarà pubblicata nel 1767, inserita, in chiave antibarocca, nel dialogo architettonico del Settecento.
“Però al’Homo Architetto si richiede l’ingegno come principio, l’arte per perfettione … Si vede che non basta la sola pratica è la sola teorica ... Ad uno che voglia essere buono Architetto è di bisogno che sia molto bene esercitato e nelle lettere e nell’arte ... La prima condizione che si richiede per fare un buon architetto è d’haver buona pratica e buona teorica. La 2a è l’esser ingegnoso, e l’ingegno consiste in una buona immaginativa … tesoro della Filosofia … La 3a è l’essere letterato … la 4a la pittura... la 5a la geometria … la 6a la cognizione di Prospettiva … la 7a la simmetria … l’8a la cognitione delle historie. Per l’imitazione del decoro e degli ornamenti … la 9a la cognitione di Filosofia … la 10a la Musica … l’11a la Medicina … la 12a Intendere Legge per le cagioni delle liti … la 13a sappia di Cosmologia per intender la costituzione del cielo e degli aspetti”. Molto importante il punto 8 ove si delinea la critica all’eccesso di ornamentazione barocca. In questi 13 punti emerge chiaramente l’approccio razionalistico all’architettura, la cui bellezza è il prodotto dell’equilibrio, che bandisce gli eccessi.
Dopo aver studiato medicina all'Università di Siena, compì un lungo soggiorno, dal 1590 al 1602, a Roma, dove si occupò delle più svariate discipline. A Siena fu membro delle Accademie degli Intronati e dei Filomati, frequentò poeti, filosofi e letterati, e divenne, presso lo studio locale, professore di matematica, poi di logica e filosofia.
Nell'agosto 1633, in occasione di alcune osservazioni lunari, ebbe modo di conoscere Galileo Galilei che, dopo la condanna, risiedeva a Siena nel palazzo dell'Arcivescovo Ascanio Piccolomini. In questa occasione poté assistere alla dimostrazione dell'uso del cannocchiale fornita da Galileo dalla loggia di palazzo Piccolomini.
Annalisa Simi, commenta le opere manoscritte di architettura, e nota: “Per l’architettura il riferimento costante è invece Vitruvio, per l’esegesi del cui testo l’autore si basa su Filandro, Barbaro e Cesariano.”
Questa edizione, curata da Francesco Lutio Durantino, presenta proprio il testo italiano di Cesare Cesariano. Imponente l’apparato iconografico dell’opera: il Frontespizio raffigura un’armatura sparsa e cavalieri duellanti, in alto il ritratto di Cicerone, in basso placche con le iniziali monogrammatiche di Fabio Massimo, Giulio Cesare e Alessandro Magno; le 136 xilografie nel testo costituiscono un'interessantissima raccolta di vita, natura e architettura tardomedievali e sono caratteristiche degli ideali vitruviani in termini di proporzione, ornamento, linguaggio, spazio, luogo e bellezza.
Il quaderno ‘G’, corrispondente alle pagine 49-56, preso dall’edizione di Venezia del 1524, edita dallo stesso Durantino, tipograficamente identica a questa edizione del 1535, descritta da Fowler 398.
Bibliografia:
Adams V 916; Essling 1704; BM, Italian Books 735; Berliner Ornamentstichkat 1804; Sander 7700 bis; Fowler 399, esemplare mancante delle ultime 6 carte, quaderno ‘O’. Per le illustrazioni, cfr.: Mortimer Italy n. 545.
Bibliografia per Teofilo Gallacini:
- Teofilo Gallaccini: selected writings and library / edited by Alina Payne; with the contribution of Giovanni Maria Fara, Firenze, Olschki, 2012; Aline Payne – Giovanni Maria Fara, Teofilo Gallaccini e la critica architettonica a Siena fra XVI e XVII secolo, in:
https://scholar.harvard.edu/files/apayne/files/teofilo_gallaccini.pdf
- Annalisa Simi, Teofilo Gallaccini. Matematico e Teorico dell’Architettura nella Siena di fine ’500, Max Planck Institute for the History of Science, 2002, in:
https://www.mpiwg-berlin.mpg.de/sites/default/files/Preprints/P207.pdf
- GALLACCINI, Teofilo di Fabio Cosentino, D. B. I. - Volume 51 (1998).
- Biblioteca Digitale di Siena: Degli angoli e del cerchio, Gallaccini, Teofilo, 1591-1641, in:
https://bds.comune.siena.it/it/vieweriiif/?id=9917334771703300&type=sbn