Renaissance Utopia. DONI. Mondi celesti, terrestri ed infernali.

DONI, Anton Francesco. Mondi celesti, terrestri ed infernali.

Venezia, Domenico Farri, 1575

8vo piccolo; 145x90 mm. Legatura in piena pergamena molle. Titolo manoscritto al dorso. Pp. [16], 431, [1]. Marca tipografica sul frontespizio. Ritratto dell'autore a c. a8v. e in fine. Iniziali e fregi xil. Ritratti leggermente rifilati al margine. Bell’esemplare. 

Rara edizione cinquecentesca di una delle più complesse e bizzarre opere del Doni, singolare esempio di utopia rinascimentale precorritrice della letteratura fantastica. In questi stravaganti dialoghi sono descritti sette Mondi e sette immaginari Inferni: il settimo Mondo, chiamato sia il Mondo Pazzo sia il Mondo Saggio, è un’Utopia che sembra riecheggiare quella di Sir Thomas More; si tratta quasi certamente del primo caso in cui un’opera italiana è influenzata da un’opera inglese. Peraltro, la prima traduzione italiana dell'Utopia di Tommaso Moro, a opera di Ortensio Lando, era stata pubblicata nel 1548 proprio da Anton Francesco Doni. Inoltre, il motivo della “città ideale”, al centro della discussione fra il Pazzo e il Savio, interlocutori di uno fra i dialoghi più conosciuti, fornisce al Doni la possibilità di evocare i progetti di urbanistica razionale di architetti quali l’Alberti, il Filarete, Leonardo. Il titolo continua con il programma dell’opera: “Mondo Piccolo, Grande, Misto, Risibile, Imaginato, de Pazzi et Massimo. Inferno de gli Scolari, de Mal maritati, delle Puttane e Ruffiani, Soldati e Capitani poltroni, Dottor cattivi, Legisti, Artisti, de gli Usurai, de Poeti e Compositori ignoranti”.